Al Sig. Ministro della Giustizia
On. Avv. Alfonso Bonafede

Al Sottosegretario di Stato alla Giustizia
On. Vittorio Ferraresi

Al Capo Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria
Pres. Dott. Francesco Basentini

Al Direttore dell’Ufficio del Personale e delle risorse
Dott. Massimo Parisi

Ai Sigg. Onorevoli Senatori componenti
della seconda commissione Camera e Senato

e p.c.

Ai Sigg. Provveditori Regionali dell’Amministrazione Penitenziaria

 

OGGETTO: emergenza infezione COVID-19- Ruolo e funzioni dei funzionari Giuridico-pedagogici-

La dolorosa e preoccupante contingenza discendente dalla pandemia da COVID-19 e la necessità di adottare misure finalizzate a contenere il più possibile il rischio di contagio hanno chiaramente messo a nudo la sofferenza e lo stato di abbandono della categoria dei funzionari giuridici pedagogici operanti nei penitenziari italiani e le attuali criticità del nostro sistema penitenziario.

La manifesta illogicità della collocazione degli stessi nel Comparto delle funzioni centrali, palesata da tempo dalla scrivente Associazione, in quanto disfunzionale ed iniqua, ha trovato conferma nel diniego che numerose direzioni penitenziarie hanno opposto alle istanze di “lavoro agile”- smart working presentate dai Funzionari giuridico-pedagocici, le quali, pur ritenute formalmente legittime, non sono state accolte per ragioni sostanziali riconducibili alla necessità di assicurare servizi indifferibili che debbono essere garantiti con lo svolgimento dei compiti di tale funzionario penitenziario.

Viene posta in evidenza la situazione di grave criticità che permea gli istituti penitenziari del Paese, la fibrillazione della popolazione detenuta causa la contrazione dei loro diritti e la preoccupazione per la diffusione del contagio da COVID-19 nonché la conseguente necessità di assicurare compiti istituzionali afferenti alla tutela della libertà ed ai fini della sicurezza.

Viceversa, laddove concessa la modalità “lavoro agile” ai funzionari de quibus, organizzazioni sindacali del Comparto Sicurezza hanno contestato aspramente tali determine, sottolineando necessità ed indifferibilità delle prestazioni dagli stessi rese.

Viene infatti ritenuta essenziale la presenza dei funzionari delle aree educative in un momento in cui la popolazione detenuta ha bisogno di interlocutori certi e costanti.

Ci si è ricordati quindi solo adesso che il Funzionario giuridico-pedagogico deve assolvere a compiti fondamentali in una nave che non può e non deve affondare, “stretti attorno al comandante della stessa, a tutto l’equipaggio ed ai passeggeri a noi affidati”.

Ci si è ricordati quindi solo e soltanto adesso che il funzionario giuridico-pedagogico esercita una “funzione indispensabile” e che lo stesso “si debba far carico dell’onere di richiamare la popolazione detenuta al senso di responsabilità, affinché la stessa abbia contezza che le misure fortemente limitative del diritto al colloquio visivo con i familiari aventi titolo vengano considerate come necessarie al fine di tutelare la salute loro e dei familiari”.

Da ultimo, con nota GDAP n. 0096018.U del 21.03.2020, il Signor Capo del Dipartimento pone l’accento sulla necessità di approntamento, da parte di tutti gli operatori, di attenta opera di informazione alla popolazione detenuta, sul senso, sull’importanza e sulle finalità dei provvedimenti adottati dalle autorità governative al fine di salvaguardare la salute e l’incolumità delle persone che vivono dentro e fuori dagli istituti penitenziari.

Tornando alle determine dei singoli direttori di istituto, si rileva che vengono dichiarate indifferibili le attività di rilevazione dei bisogni della popolazione detenuta, l’ opera di alleviamento delle tensioni intramurarie, l’effettuazione dei colloqui di primo ingresso, l’attività di riscontro alla magistratura di sorveglianza, quella di partecipazione allo staff multidisciplinare, quella di osservazione finalizzata alla concessione di misure alternative, di permessi premio, quella di partecipazione ai consigli di disciplina etc.

Il tutto è avvenuto con modalità difformi e quindi in balia della discrezionalità dei singoli dirigenti, perché, pur vero che talune direzioni hanno inteso riscontrare positivamente le istanze di “lavoro agile”, tante altre hanno rigettato tali richieste sottolineando necessità ed indifferibilità delle prestazioni fornite dai funzionari giuridico-pedagogici.

Si registrano financo determine per servizi di missione presso Istituti Penitenziari diversi da quelli di assegnazione dei singoli Funzionari Giuridico-Pedagogici incaricati, al fine di sopperire alle situazioni di sofferenza delle aree educative discendenti dall’emergenza in corso.

E’ altrettanto vero che non a tutti i funzionari in servizio sono stati forniti dispositivi di protezione a norma (guanti e mascherine FFP3).

Emerge quindi nitido che la figura del Funzionario giuridico pedagogico, collocato in un Comparto che poco gli appartiene e che nella sostanza fa parte integrante del sistema penitenziario esposto in prima linea, merita ben altra considerazione.

I Funzionari giuridico-pedagogici, fieri servitori dello Stato e portatori di sana passione all’espletamento delle loro funzioni, vivono le inaccettabili incongruenze e le contraddizioni di un sistema che deve essere cambiato.

E’ spiacevole dire “Noi lo avevamo detto” ma di questo oggettivamente si tratta.

La triste evenienza dell’infezione del COVID 19, che nessuno di noi avrebbe voluto vivere, ha palesato la necessità, ormai improcrastinabile, di tirare le somme ed operare un cambiamento rispondente alla realtà di fatto. Non è più accettabile che figure professionali riconosciute come centrali dal Legislatore, siano disconosciute e poco tutelate.

Le condizioni di lavoro della categoria rappresentata da questa Associazione sono ormai insostenibili e pertanto non è più procrastinabile un intervento della politica diretto al riconoscimento ai Funzionari de quibus, sotto l’aspetto economico e di trattamento giuridico in senso lato, l’appartenenza a 360 gradi al sistema dell’esecuzione penale intramuraria.

Questa Associazione, come noto agli organi politici e di alta amministrazione dipartimentale, ha proposto un riassetto organizzativo del personale (con creazione di un apposito ruolo tecnico) che agevolerebbe senza dubbio alcuno la funzionalizzazione del sistema esecuzione penale intramuraria, proposta che ha ricevuto l’ imprimatur di necessarietà propalato dal Capo del Dipartimento in carica in indirizzo.

Gli sforzi prodotti si sono concretizzati nella presentazione del DDL nr. 1754 depositato in senato che recepisce la nostra proposta.

Si chiede quindi alle autorità in indirizzo, ed in particolare al Sig. Ministro della Giustizia, di adoperarsi secondo coscienza, per eliminare le incongruenze del sistema penitenziario sopra esposte e sanare uno stato di cose ingiustificabile ed iniquo ai danni della categoria dei Funzionari giuridico-pedagogici e del sistema stesso.

Al Sig. Ministro si chiede in particolare di assumere le più efficaci iniziative finalizzate all’adozione da parte del Governo della Repubblica o del Parlamento, riconoscendo e dichiarando l’urgenza della questione, dei provvedimenti normativi all’uopo necessari, utilizzando gli strumenti normativi che presuppongono il carattere di urgenza.

Qualora non fosse intendimento del Sig. Ministro della Giustizia accogliere la richiesta sopra formulata, si chiede di precisare apertis verbis che le attività espletate dal Funzionario Giuridico Pedagogico, non siano da considerarsi di “indifferibile necessità” in questa parentesi emergenziale che sottopone a significativo rischio la salute e l’incolumità personale dei Funzionari rappresentati dalla scrivente Associazione.

Quanto da ultimo richiesto al fine di sottrarre alla discrezionalità delle direzioni penitenziarie e dei vertici delle altre articolazioni dell’Amministrazione Penitenziaria, gli eccessivi margini interpretativi offerti dalle disposizioni dipartimentali emanate “sul lavoro agile”.

Analoga esigenza si pone per le disposizioni emergenziali concernenti la mobilità dei Funzionari giuridico-pedagogici disposta d’ufficio.

Si resta in attesa di concreti interventi in una delle due direzioni sopra esposte.

lì 22.03.2020

Il Presidente A.N.F.T.
Stefano Graffagnino

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